FEAGA Fondo Europeo Agricolo di Garanzia
Il FEAGA è gestito in regime di gestione concorrente tra gli Stati membri e l’Unione.
Esso finanzia le seguenti spese:
- le misure dirette a regolare o sostenere i mercati agricoli;
- i pagamenti diretti agli agricoltori previsti dalla PAC;
- il contributo finanziario dell’Unione alle azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno dell’Unione e nei paesi terzi, realizzate dagli Stati membri in base a programmi selezionati dalla Commissione;
- il contributo finanziario dell’Unione al programma “Frutta e verdura nelle scuole” e alle misure connesse a malattie degli animali e alla perdita di fiducia dei consumatori.
Il FEAGA finanzia direttamente le spese seguenti:
- la promozione dei prodotti agricoli, realizzata direttamente dalla Commissione o attraverso organismi internazionali;
- le misure adottate in conformitĂ del diritto dell’Unione, destinate a garantire la conservazione, la caratterizzazione, la raccolta e l’utilizzazione delle risorse genetiche in agricoltura;
- la creazione e il mantenimento dei sistemi d’informazione contabile agricola;
i sistemi di indagini agricole, comprese le indagini sulla struttura delle aziende agricole.
La nuova Politica agricola comune per l’Italia è definita nel Piano strategico nazionale della PAC (PSP) 2023-2027.
Come per le precedenti programmazioni, la politica europea di sostegno a favore del settore agricolo e dei territori rurali è articolata in due pilastri:
il primo pilastro è composto a sua volta da due tipologie di interventi:
- per il sostegno del reddito degli agricoltori, c.d. regime dei pagamenti diretti;
- gli interventi settoriali e gli strumenti per regolare la domanda e l’offerta nell’Organizzazione Comune dei Mercati (già OCM) unica, c.d. misure di mercato;
il secondo pilastro comprende gli interventi di sviluppo rurale, finalizzati alla competitività delle imprese, alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, nonché allo sviluppo economico e sociale dei territori rurali.
Alla base dei due pilastri, l’architettura della PAC 2023-2027 prevede un sistema di condizionalità rafforzata, un insieme di regole di conformità , che gli agricoltori sono tenuti a rispettare per accedere ai pagamenti diretti e agli interventi a superficie e a capo dello sviluppo rurale.
Il nuovo regime dei pagamenti diretti è stato concepito in maniera tale da prevedere cinque diverse componenti, di cui tre obbligatorie, le quali devono essere necessariamente programmate nell’ambito dei piani strategici nazionali della PAC, più due facoltative, attuate a scelta dei singoli Stati membri, in funzione degli specifici fabbisogni.
Le componenti obbligatorie sono:
- il sostegno di base al reddito per la sostenibilità , il tradizionale regime di aiuti c.d. “disaccoppiati”, il cui abbinamento annuale alla superficie ammissibile consente di ricevere l’erogazione di un contributo indipendentemente dalla coltura praticata e dalla produzione conseguita
- il sostegno redistributivo complementare al reddito per la sostenibilità , la cui finalità è di favorire una distribuzione più equa del sostegno pubblico, avvantaggiando le aziende di piccole e medie dimensioni, rispetto a quelle grandi
- il regime per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali (eco-schemi), attuato dagli Stati membri tramite una lista di pratiche agricole virtuose facoltative, la cui applicazione comporta delle ricadute positive dal punto di vista dei beni pubblici e una compensazione per gli agricoltori che decidono di aderire.
Le componenti facoltative, entrambe applicate in Italia, sono:
- il sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori per l’erogazione di un aiuto supplementare (supplemento giovani) per favorire il ricambio generazionale
- il sostegno accoppiato al reddito, destinato ad incentivare i settori, le produzioni e le specifiche attivitĂ agricole in condizioni di difficoltĂ da cui il bisogno di incentivi per migliorare la competitivitĂ , la sostenibilitĂ o la qualitĂ .
Gli interventi settoriali (già OCM) sono normati dal medesimo Regolamento (UE) n. 2021/2115, il quale conferma i cinque settori agricoli precedenti: ortofrutta, prodotti dell’apicoltura, settore vitivinicolo, luppolo (non applicato in Italia), olio d’oliva e le olive da tavola.
Gli Stati membri possono eventualmente introdurre gli interventi settoriali in altri comparti produttivi, in base alle necessità e ai fabbisogni rilevati a livello nazionale. L’Italia ha scelto di utilizzare questa possibilità per le patate fresche e refrigerate.
Istruzioni su aiuti diretti
L’organizzazione delle filiere è un tema cardine per lo sviluppo del settore agro-alimentare su cui da tempo l’Italia interviene sia con la PAC sia con strumenti di intervento nazionali. Il PSP ha riproposto questa tipologia di approccio prevedendo interventi specifici in entrambi i pilastri e utilizzando il PNRR e il Fondo complementare per rafforzare l’intervento per filiere competitive, trasparenti e capaci di redistribuire il valore aggiunto a favore di tutto il settore. Il Piano è ricco di iniziative orientate a un intervento strutturato che coinvolga la filiera nella sua interezza.
Un primo gruppo di interventi fa capo alle politiche di mercato del primo pilastro della PAC. Il Piano prevede interventi specifici in cinque settori: vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo. Mentre per i settori vitivinicolo e ortofrutticolo la riforma non ha stravolto le modalità di sostegno rispetto al passato, per quello olivicolo-oleario la nuova PAC allinea il modello di sostegno a quello previsto per l’ortofrutta, dando maggiore rilevanza alle OP, il cui ruolo di concentrazione e commercializzazione dell’offerta diventa strategico per rafforzare la posizione degli olivicoltori nella catena del valore.
Anche per il settore apistico sono previste importanti novità in ragione delle implicazioni che esso ha sull’intero ecosistema. Infine, a partire dal 2023, l’Italia ha adottato gli interventi settoriali anche per il settore pataticolo. In generale, la logica degli interventi settoriali coniuga una strategia che intende rafforzare la competitività settoriale in chiave di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Settore vitivinicolo
Per il settore vitivinicolo, gli interventi puntano a contribuire al rafforzamento dell’offerta, incrementando la competitività , al miglioramento qualitativo e all’adeguamento delle strutture produttive alla piena sostenibilità (economica, ambientale e sociale) con interventi ispirati, in misura più o meno diretta, a principi di viticoltura sostenibile e alla salvaguardia delle risorse naturali, al rilancio della viticoltura nelle aree vocate in una logica di sviluppo territoriale integrato e al rafforzamento delle posizioni di mercato, in particolare nei Paesi Terzi.
Settore ortofrutticolo
Per il settore ortofrutticolo, che vede nelle organizzazioni di produttori il soggetto centrale e imprescindibile per la definizione delle strategie di intervento, si punta al rafforzamento della concentrazione dell’offerta, alla promozione, sviluppo e implementazione di metodi di produzione sostenibili, insieme al contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. In quest’ottica sarà necessario sostenere l’attività di ricerca e sviluppo delle innovazioni, nonché i processi di digitalizzazione della filiera.
Settore apistico
Nel settore apistico è prioritario incrementare il grado di resilienza e professionalitĂ del settore, favorendo la formazione e la diffusione di conoscenze tecniche volte, in particolare, a combattere in modo efficace le patologie e gli aggressori dell’alveare; contrastare le cause di cali della produttivitĂ e la mortalitĂ delle api attraverso la realizzazione di progetti di ricerca, finalizzati anche a migliorarne la capacitĂ di adattamento ai cambiamenti climatici, e attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche in azienda; favorire l’aggregazione tra gli operatori per migliorare la competitivitĂ e l’orientamento al mercato; migliorare il livello qualitativo e la caratterizzazione del miele per l’ottenimento di una adeguata remunerativitĂ e riconoscibilitĂ presso il consumatore finale, anche attraverso azioni di promozione e comunicazione. Oltre a salvaguardare il patrimonio apistico, tali azioni saranno fondamentali anche ai fini della tutela della biodiversitĂ .